Oppland

Il costume tradizionale di Dovre

Dovre bunad

L’abito fu elaborato nel 1930 sulla base di un antico ricamo rinvenuto su un cappello trovato nella tenuta Tofte a Dovre. Il cappello, a sua volta, è stato ripreso da un acquerello del pittore Johan Meyer nel libro «Fortids kunst i Norges bygder – L’arte del passato nei borghi della Norvegia » del 1911.

L’identità dell’autore del primo schizzo del costume tradizionale è ignota. L’abito è ricco di elementi floreali grandi e piccoli sul gilet, la giacca, il cappellino, la cintura e si produce in soli due colori: nero e blu. La cintura è cucita all’altezza del punto vita e della stessa stoffa, la foggia è la stessa del costume delle feste del Gudbrandsdalen.

L’abito maschile e femminile del 1700 nel Gudbrandsdalen

La rielaborazione dell’abito maschile fu completato nel 1983 ad opera di Helga Doseth in collaborazione con la Gudbrandsdalens Ungdomslag og Lesja Husflidslag (Il Comitato regionale del Gudbransdal e Lesja). Il materiale di base si ispira agli abiti del Nord-Gudbrandsdalen risalenti alle fine del 1700 fino al 1840 circa. Il soprabito è in bigello grigio chiaro, e la casacca a quadri o in stoffa pregiata. I pantaloni possono essere in pelle o bigello.

L’abito femminile, invece, fu rielaborato dalla Husfliden Lillehammer e Gudbrandsdalens Husflidsforenings bunadnemd (il comitato regionale del Gudbrandsdal e Lillehammer). Anche in questo caso, si risale fino agli anni compresi tra la fine del 1700 e i primi anni del 1800. Gli elementi distintivi di questi abiti tradizionali sono gli orli vistosi e le stoffe di lana e seta importate. La qualità della stoffa e la manifattura sartoriale erano incredibilmente alte e si è cercato di mantenere alto questo standard anche con i nuovi abiti di manifattura moderna. Entrambi gli abiti – per uomo e per donna – sono rigorosamente cuciti a mano, proprio come i modelli originali.

L’abito maschile di Gudbrandsdal

Gudbrandsdal per uomo

Per offrire una certa libertà di scelta, esistono abiti in diverse varianti: pantaloni lunghi, pantaloni al ginocchio, giacca lunga o corta, bianca o nera, soprabito in broccato o a quadri. Questo abito si basa su ritrovamenti casuali di materiale ed è il risultato di una collaborazone trala Gudbrandsdal Ungdomslag, De Sandvigske samlinger Maihaugen e Husfliden Lillehammer (Associazione giovanile di Gudbrandsdal, Le corporazioni Si Sandivik, Maihaugen e Associazione di Lillehammer).

Il lavoro di ricostruzione fu terminato nel 1962.

L’abito damascato

Nel Nord-Gudbrandsdalen, le donne presero l’abitudine – agli inizi del 1800 – di indossare abiti con la vita segnata. Le donne del Norddal elaborarono un abito a vita per un’occasione festiva, cucendo e unendo due modelli del 1700. L’abito prese il nome in base alla stoffa con cui fu realizzato. Il damasco per questo abito si tesse ancora oggi in Norvegia sulla base delle ricostruzioni risalenti al 1700. Questo abito particolare rimase in uso comune fino al primo decennio del1900. Inseguito, cambiò identità e divenne il costume tradizionale regionale da indossare solo nelle solennità e nelle festività.

La blusa è di lino o cotone con ricami a punto croce, punto erba, trapuntina e, a volte, chiacchierino. Il giacchino in stoffa nera completa questo abito.

L’antico costume di Valdres

L’antico costume di Valdres è ispirato ai motivi ricamati sui cappelli e gli scialle del distretto ed è in uso dal 1914. La baschine, la cintura, il capello e la borsa sono di lana nera o blu scuro con ricami colorati. Il soprabito o la giacca sono cuciti con la stessa stoffa. In alternativa si può abbinare uno scialle. La blusa è di lino o cotone con un risvolto in basso. Parte integrante del costume sono anche le calze nere e le scarpe. Valdres ha una ricca tradizione di lavorazione dell’argento, tuttora il comitato collabora con Høvda Verkstad (Officina Høvda) a Øystre Slidre. Tutto l’argento utilizzato per i costumi è prodotto a Valdres. Solitamente si applica un fermaglio di argento sul colletto per chiudere la gola e uno sul torace, negli abiti più ricamati. Si può applicare anche una terza spilla. Tutte le spille si applicano sulla camicia. Non esiste uno standard sulle spille che si possono utilizzare. Le combinazioni le sceglie la persona stessa che decide di farsi cucire un abito di questa fattura.

Il nuovo costume di Valdres

Il nuovo costume di Valdres trae ispirazione dai ricami di un antico cappello. La sottana e la baschina, il copricapo e la borsa sono di lana nera o blu scuro. Della stessa stoffa sono anche la giacca o il soprabito. I ricami e le applicazioni sono come quelle del costume antico di Valdres.

Il costume maschile di Valdres

Questo completo fu riproposto nel 1962. La base per il costume è presa dala moda di Valdres a metà del 1800. La giacca è in bigello con i risvolti di colore nero o marrone. I pantaloni (lunghi o al ginocchio) sono della stessa stoffa. Esistono diverse varianti per la stoffa a quadri della giacca. Le calze, bianche e lavorate a mano, e il reggicalze appartengono al corredo dei pantaloni al ginocchio. Le scarpe nere, invece, sono tipiche sia per i pantaloni lunghi che per quelli corti al ginocchio. Per la testa, l’accessorio che si applica è il berretto o un cappello.

Il costume di Gausdal

La rielaborazione del costume tradizionale di Gausdal si compone di due gonne a quadri sovrapposte con decorazioni che tramandate di generazione in generazione o attraverso la vendita all’asta provengono tutte da Vågå nel Gausdal. Utilizzare la stessa stoffa per la sottana e la baschina era un chiaro segno di rottura con gli antichi abiti tradizionali popolari. Questo avvenne in parte come risultato del desiderio di avere un costume che rappresentasse tutti i comuni della regione. In seguito, dopo il 1930, la baschina dell’abito fu realizzata con la stoffa allora in commercio, soprattutto tessuti per arredamento! In sintesi si può dire che si prese la gonna dell’abito del Nord-Gudbrandsdal e la si cucì sulla nuova baschina e si attribuì lo status di abito del Gausdal.

Oggi, il costume si produce in quattro varianti di colore: rosso ruggine, blu, marrone e verde. La blusa è in cotone e ha i chiacchierini. La baschina e la sottana sono fatte con stoffe diverse e poi cucite insieme.

Il costume di Graffer

Questo abito è basato su una gonna blu del 1700 ritrovata nella fattoria Graffer a Lom. La famiglia Graffer insieme al Comitato regionale dell’abito tradizionale hanno sviluppato l’attuale costume. É già, dunque, una rielaborazione. Fin dalla prima comparsa nel 1930, il costume di Graffer ha subìto diverse modifiche. Divenne molto popolare quando fu rilanciato nel 1952 e da allora è stato un modello di ispirazione per molti altri costumi in tutto il paese. La baschina di questo costume si cuce a mano e il tradizionale orlo sartoriale è preservato e tramandato come una parte importante dell’eredità culturale del distretto.

Il costume di Graffer ricostruito

A Lom, ai piedi dello Jotunheimen, c’è dunque la fattoria Graffer. É da qui che proviene il celebre costume di Graffer. Dall’autunno 2004, la Husfliden Lillehammer produce un costume ispirato a quello di Graffer e rivisitato. Come quello di Graffer, anche il costume rielaborato si cuce a mano secondo il taglio e la fattura del 1700. La cura del dettaglio è basilare per l’autenticità del costume e richiede competenza. L’originale gonna blu del 1700 aveva la vita alta e sciolta che ricadeva sulla sottana. La ricostruzione ha elaborato il taglio sul punto vita risalente sempre alla stessa epoca.

L’abito delle feste del Gudbrandsdal

L’abito delle feste del Gudbrandsdal è il risultato di una collaborazione tra Hulda Garborg, il pittore Axel W. Johannessen e sua moglie Anna, che era una sarta. Fu realizzato nel 1923. L’abito è ispirato ad un’antico modello di gonna verde-azzurro con motivi floreali a tinte vivaci e che oggi è esposto al Norsk Folkemuseum. Oggi, l’abito è realizzato in due colori: blu o nero e con due varianti, con o senza grembiule. Il grembiule può essere sia di seta che di lana con ricami floreali. Il grembiule in seta è nero, mentre il grembiule in lana è dello stesso colore della gonna. I grembiuli dei primi abiti erano sempre di seta, ma era una stoffa difficile da reperire soprattutto durante la guerra e nei primi anni del dopoguerra, per questo entrò in uso la lana anche per il grembiule. Come soprabito o copri abito si utilizza un maglione della stessa stoffa dell’abito.

Ruta stakk di Valdres

Rutastakk

Il “Rutastakken” nacque a Valdres tra il 1850 – 1870. Esistono diverse varianti nelle stoffe a quadri. Anche il grembiule e lo scialle sono di diversi tipi. All’abio si abbinano calze e scarpe (tradizionali) nere.

La sottana a fasce con la baschina a quadri

La sottana a fasce con la baschina a quadri è uno dei più tradizionali abiti popolari del paese, in uso fino al 1830, nel nord di Gudbrandsdalen. Il nome deriva dalla parola „rånd“ che significa „fascia, striscia“. Spesso i sarti tagliavano e cucivano insieme pezzi diversi di stoffa, ma era difficile combinarli nel modo appropriato e allo stesso tempo far sì che i quadri e le strisce montassero bene e con bella figura. La stoffa della sottana si compone di due diverse qualità: cotone al dritto e lana al rovescio e si deve lavorare a mano, come da tradizione. I modelli variano a seconda delle tradizioni locali (spesso ogni fattoria aveva il suo modello). Gonna e baschina sono cucite insieme in questo costume, a formare un pezzo unico.

Trykktykjol – L’abito a stampa

Il nome di questo abito deriva dal fatto che la gonna era tagliata su tessuto stampato. Si chiama anche „Trekktykjol“ (con lo stesso significato). La sottana è una copia di un costume del 1800 di Skjåk e la baschina è una ricostruzione del 1700. La vita della gonna con le cuciture in evidenza, i giri ripetuti, e la gonna saldamente cucita prende il nome di „sottana a cordoncino“. Questo elemento distintivo ha le sue origini nei modelli del 1700 la cui cucitura in vita era a cordoncino. In seguito, i ganci presero il posto dei cordoncini. Tutti i costumi tradizionali femminili del Gudbrandsdal hanno adottato nel tempo la fusione dell’abito sul punto vita, mentre in origine l’abito constava di tre parti separate.

Fonte: Norskflid

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1 thoughts on “Oppland

  1. Cannibal_68 ha detto:

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