Morten Harket: biografia

Morten Harket

Morten Harket a Mount Cotton (Australia – Hunting High and Low Tour 01 marzo 2020, pic credits @Stian Andersen

Morten Harket nasce a Kongsberg (Buskerud, Norvegia) il 14 settembre 1959. Musicista e cantante, vocalist del più noto gruppo norvegese di musica synth/pop e rock, A-ha – con il quale ha raggiunto le vette del successo internazionale con 10 album all’attivo e il singolo dei record “Take on me”. Parallelamente alla carriera con la band, Harket si è brillantemente presentato al pubblico anche come “solista” con la realizzazione di 6 album.

Gli esordi

Morten Harket nasce in una famiglia benestante, trascorre l’infanzia ad Asker a sud di Oslo, la capitale. Il padre, Reidar è un medico primario, e la madre Henny era un’insegnante di economia che lascia la carriera per dedicarsi alla famiglia che si compone di 5 figli: Gunvald, il maggiore, seguito da Morten, Håkon, Kjetil e Ingunn (unica sorella). La madre Henny muore il 2 novembre 2010, mentre Morten è nel pieno del tour mondiale degli a-ha e decide di non interromperlo. Morten non ama parlare di quel frangente, si limita a ricordare di non aver voluto nessuno accanto e di aver trascorso tutta la notte da solo a pensare.

Il padre, valido pianista, educa i figli all’apprezzamento e studio della musica (classica principalmente) e impartisce lezioni di pianoforte a tutti i figli. Morten ammette di non aver mai imparato a leggere le note e di aver sempre avuto problemi con la “disciplina”. Le sue prime influenze musicali diverse dalla musica classica sono “ereditate” dal fratello maggiore che ascolta gruppi come gli Uriah Heep, Jimi Hendrix, Johnny Cash, Simon & Garfunkel, David Bowie, ma anche James Brown, Otis Redding e Otis Rush, David Bowie.

Costituisce, adolescente, con il fratello Håkon una band dal nome Laelia Anceps, come il nome dell’orchidea preferita del cantante che è un grande estimatore di questa specie floreale, insieme alla sua passione per le farfalle e la botanica in genere. Successivamente, si fa notare per le sue qualità vocali e viene “arruolato” come batterista e cantante del gruppo soul & blues, Souldier Blue, di cui ammette che era un genere musicale odiato, ma che gli riusciva particolarmente bene e con i Souldier Blue ha avuto la possibilità di fare le prime vere esperienze nelle dinamiche di una band, concerti e una discreta fama nell’ambiente.

Proprio in occasione di un festival locale, Morten si imbatte nella band dei Bridges, composta tra gli altri da Magne Furuholmen e Pål Waaktaar e ne rimane positivamente impressionato. Il loro genere è fortemente ispirato alle atmosfere dei “The Doors” e dei “Beatles”. Quella sera stessa Morten conosce Magne e trascorrono una serata parlando molto e cercando di conoscersi: da quella sera nasce un’amicizia e un sodalizio che dura da oltre trenta anni.

Dopo due tentativi infruttuosi da parte di Magne e Pål di fare carriera a Londra e un primo rifiuto da parte di Morten di diventare il cantante del gruppo, il 14 settembre 1982 si costituisce ufficialmente la band degli a-ha. Nella biografia del cantante “My Take on me”, Morten ricorda quella sera del suo compleanno ad Asker quando i due ragazzi appena rientrati dall’ennesima delusione londinese e su insistenza di Magne si presentano a casa di Morten con una pianta – una Yucca, ancora accudita e custodita nella casa dei genitori ad Asker – e la richiesta di far parte della band. Morten, con loro grande sorpresa, accetta essendosi nel frattempo affrancato dall’impegno con i Souldier Blue e … mette subito i puntini sulle “i”: il cantante è lui. Una precisazione dovuta per via del manifesto disappunto di Pål che fino ad allora era autore e cantante dei Bridges.

Pochi mesi dopo, partirono tutti e tre per Londra con una nuova iniezione di fiducia e un Morten incrollabilmente convinto e fiducioso che sarebbero riusciti ad entrare nell’olimpo della musica contemporanea.

Dopo mesi e anni difficili, dove incontrano anche serie difficoltà a mangiare e sbarcare il lunario, individuano nello studio di registrazione di John Ratcliff, musicista, produttore e primo loro scopritore, un punto di appoggio. Scelgono lo studio di John Ratcliff per un sintetizzatore Space Invaders che torna utile per incidere i brani da presentare alle case discografiche e perché è frequentato da persone del business musicale. Qui, incontrano Terry Slater, il loro primo manager e mentore: il resto è storia.

Il nome a-ha è un’idea di Morten: dopo aver sbirciato gli appunti di Pål su un testo in lavorazione, trova che quell’espressione “A-ha” è perfetta come nome per la band: è un suono internazionale, facile da pronunciare, palindromo e in base all’intonazione si associa a diverse esclamazioni ed emozioni. La band più “citata” del mondo anche nel comune gergo quotidiano.

orchidea Liparis Harketii

Orchidea Liparis Harketii

Dal 1985 – anno in cui “Take on me” raggiunge i vertici delle classifiche mondiali – al 1992, i ritmi di lavoro sono altissimi e la band decide di prendersi una pausa. Dal 1993 al 1998, Morten Harket rientra in patria – dopo aver vissuto a Londra – e comincia a mettere le basi per la sua carriera da solista. Il periodo del ritorno a “casa” è ampiamente narrato nella biografia di Ørjan NilssonHjemkomst”. Questi sono anche gli anni dell’impegno civile e umanitario in cui il cantante partecipa attivamente a iniziative per la promozione delle energie alternative, la diffusione della mobilità elettrica, l’indipendenza di Timor Est per la quale è un attivo lobbysta a favore della nomination di Ramos Horta al premio Nobel per la Pace. Si interessa alle condizioni sociali e politiche in Etiopia, si espone contro la guerra nei Balcani negli anni ’90 e affronta il tema dei conflitti interreligiosi. In qualità di difensore delle specie protette, si reca spesso in Amazzonia, coltiva orchidee rare e protegge i coralli del Pacifico: ha rischiato l’arresto per aver portato fuori dal Rwanda, una rarissima specie di orchidea in via di estinzione e che grazie al suo intervento è stata recuperata nei giardini botanici del Nord Europa. Ora, questa rara orchidea porta il suo nome: Liparis Harketii. Collabora con Hydro, la compagnia norvegese di produzione di alluminio, in progetti per la riforestazione in Brasile. Per tutte queste attività e molto altro, Morten Harket riceve nel 2012 il Clean Tech Media Awards di Berlino conferito per la prima volta a un musicista, il premio è infatti un riconoscimento per quanti si impegnano nel mondo a sostenere la difesa dell’ambiente tramite l’uso dei media.

Nel 1998, gli a-ha sono invitati come ospiti al tradizionale concerto per il Premio Nobel della Pace. La band ritrova nuovamente la sintonia e la voglia di riprendere i ritmi del passato e dal 1998 hanno realizzato altri 4 album e diverse compilations. L’ottavo album, “Analogue” del 2005, ottiene il platino nel Regno Unito.

Morten Harket: cosa pensano di lui Magne e Pål

Morten Harket

Morten Harket – concerto Sydney 26 feb 2020 (credits@Stian Andersen)

Morten Harket detiene due record mondiali personali:

  • Il raggiungimento della nota più alta in un brano pop, con “Take on me”;
  • La tenuta della nota più lunga della storia in un brano musicale: Summer moved on. Durata della nota: 20,2 secondi, battuto dallo stesso Harket durante un’esibizione live: 21,6 secondi. Il record precedente era detenuto dal noto brano di Bill Withers, “A lovely day” (18 secondi).

È proprio la voce di Morten Harket il punto di forza della band. Gli esperti reputano che la sua estensione vocale sia di 5 ottave: «Sinceramente, non le ho mai contate», glissa spesso il cantante a riguardo. La critica musicale Sylvia Patterson per la rivista NME definisce gli acuti di Morten Harket: «Il falsetto più eccellente di tutta la storia della musica pop», mentre la rivista Entertainment Weekly, oltre al falsetto elogia anche le tonalità basse: «un ruggito graffiante». Il tecnico del suono Gerry Kitchingham – che ha lavorato con gli a-ha su Take on me, descrive le caratteristiche vocali di Morten Harket nel modo seguente: «è un cantante eccellente con un falsetto incredibilmente potente e allo stesso tempo la limpidezza di una voce bianca».

Pål Waaktaar Savoy descrive Harket come segue: «è completamente diverso da me. Ricordo la prima volta insieme a Londra, ha letteralmente bruciato il mio guardaroba per rinnovarlo alla sua maniera. Però mi ha insegnato ad avere fiducia in me stesso, mi incoraggia a relazionarmi con le persone e a non aver paura delle mie capacità. Morten, in realtà, è l’unico norvegese ad avere tanta ambizione quanto me e immagino che abbiamo entrambi un “ego” sconfinato. In un certo senso, ognuno di noi vive nel proprio mondo fantastico, mentre Mags è più concreto e pratico. Mags deve spesso mediare tra Morten e me. È un bene essere così diversi eppure rispettarsi profondamente. La tensione tra noi due ci rende creativi.»

Magne Furuholmen descrive Harket così: «Morten è una parola “insieme”. Crede fermamente in tutto quello che fa e questo vale anche per la band. Ci sprona continuamente. Morten ha il coraggio delle sue opinioni e non si riesce a smuoverlo dalle sue convinzioni. È un esperto nell’avere sempre l’ultima parola, sia nel torto che nella ragione. Morten è molto leale ed è corretto quando si tratta di dare un’occasione a qualcuno, valorizzando il loro talento e lasciando mostrare il loro potenziale prima di giudicarli».[1]

Tutti e tre i componenti della band hanno ricevuto l’onorificenza di Cavalieri della Croce Reale dell’ordine di Sant’Olav per il loro contributo alla musica norvegese e per meriti resi al paese e all’umanità. La cerimonia ha avuto luogo il 6 novembre 2012.

Morten Harket solista

Nel 1993, l’anno del rientro in Norvegia, Morten Harket interpreta la colonna sonora del film “Coneheads” –, la cover di Can’t Take my eyes off of you (autori Crewe/Gaudio).

Da solista, Harket ha pubblicato 6 album di cui due in lingua norvegese, avvalendosi della collaborazione dello scrittore e poeta Håvard Rem per la stesura della maggior parte dei brani dell’album “Wild seed” contenente i brani di maggior successo della carriera solista. Un altro collaboratore sui testi è il poeta Ole Sverre Olsen.

Numerose sono le collaborazioni, i duetti e le partecipazioni di Harket con altri colleghi, dalla band rock pakistana Junoon per il brano “Piya” fino a Ian McCulloch (Echo & The Bunnymen), dai connazionali come Bjørn Eidsvåg, Silje Nergaard, Espen Lind a star internazionali come Graham Nash, Alison Moyet e gli Scorpions.

Contemporaneamente alla carriera con gli a-ha, Morten Harket ha pubblicato l’album “Letter from Egypt” nel 2008, “Out of my hands” nel 2012 e “Brother” nel 2014. Relativamente all’abilità di Morten Harket di offrire un’opportunità a chi dimostra le sue capacità, senza ricevere nulla in cambio, il cantante si è prestato nel comporre un brano per il figlio del cugino per il saggio di fine anno dal titolo “Blade Whitehead”.

Morten Harket … non solo musica

Nel 1996, Morten Harket è il presentatore dell’European Song Contest, il festival della musica europea che quell’anno si svolgeva in Norvegia, in collaborazione con Ingvild Bryn. Morten ha più volte dichiarato che non desiderava intraprendere quell’esperienza per il quale si sentiva completamente fuori luogo, ma poi ha accettato perché: «Alla fine faccio sempre le cose che non amo fare» chiosa sarcastico. In ogni caso, quell’edizione fu un successo, e un’ulteriore attestazione delle capacità artistiche del cantante che è anche attore.

Come attore, Morten Harket ha recitato in un film per famiglie norvegese: “Kamilla og Tyven I og II – Camilla e il ladro I e II” nel biennio 1988/89 per la regia di Grete Salomonsen e prodotto dal marito Odd Hynnekleiv. Morten canta la colonna sonora – il suo primo effettivo tentativo di cantare in lingua madre – e sostiene di aver accettato il ruolo per amicizia. In nome della stessa amicizia, Morten ha interpretato un cameo per la stessa produzione e regia nel 2010, in un altro film per famiglie: “Yohan barnevandrer – Yohan il vagabondo”, sul fenomeno dello sfruttamento del lavoro minorile dei bambini vagabondi e orfani che nella Norvegia di fine ’800 vagavano di fattoria in fattoria per vivere.

Morten Harket è stato corteggiato come attore anche da Hollywood, per il quale ha rifiutato il copione di interpretare Spider Man (L’Uomo Ragno), il ruolo di James Bond per il quale aveva già interpretato la colonna sonora con gli a-ha nel 1987 (The Living Daylights – Zona pericolo) e un film con Helen Mirren protagonista, di cui non dichiara il titolo, ma che avrebbe voluto fare solo per affiancare una delle sue attrici preferite.

Infine, per il cinema – sempre per famiglie – accetta di prestare la sua voce come doppiatore per la Norvegia della rivisitazione di Bianca Neve del 2012 “Mirror, Mirror” con Julia Roberts nei panni della matrigna. Morten interpreta un cameo vocale nel ruolo del Re, il padre di Biancaneve che è doppiata dalla figlia Tomine Harket. In norvegese il film è “Lille Speil på veggen, der – Specchio, specchio delle mie brame” si può apprezzare un frammento del suo doppiaggio e di quello della figlia nel trailer:

https://www.dagbladet.no/video/filmtrailer-lille-speil-pa-veggen-der/Z3OSm8pp

Vita privata

Dopo i primi anni costantemente sotto i riflettori e l’attenzione mediatica, Morten Harket ha imparato a convivere con la notorietà e a gestire la vita privata con estrema riservatezza.

Morten Harket

Morten Harket e la premier Erna Solberg all’incontro contro il bullismo 30 gen 2015

Riguardo l’infanzia, egli stesso ha ammesso di essere stato per anni vittima di bullismo e ha deciso di fare “outing” per aiutare i giovani a imparare a gestire le situazioni difficili: «Mi consideravano “strano” perché ero fuori dal comune, amavo fare cose diverse dagli altri bambini, avevo una grande – forse eccessiva fantasia – facevo e dicevo cose che i miei coetanei consideravano assurde e per questo mi emarginavano, prima socialmente e psicologicamente, poi hanno cominciato ad “attaccarmi” anche fisicamente … perché li “provocavo” a detta loro. Ma io ho sempre saputo che ero più forte di loro, in tutti i sensi …»[2].

Morten Harket

Morten Harket prima del servizio militare

Negli anni successivi al liceo, cerca di affrancarsi dal servizio militare, prima prestando servizio civile presso un ospedale psichiatrico e poi iscrivendosi alla Facoltà universitaria di Teologia – altra materia per la quale sviluppa un profondo interesse: «In realtà era solo un modo per riuscire a portare i capelli lunghi che all’epoca avevo cominciato a lasciar crescere. Poi mi sono ricreduto sul servizio militare e ho deciso di affrontarlo. Erano gli anni della guerra fredda e mi misero a servizio presso la guardia costiera in un tratto in cui bisognava controllare il passaggio dei sottomarini. Credevo fosse una cosa elettrizzante e invece … era solo un luogo per perdigiorno. Chiesi il trasferimento in un’altra sezione e mi spedirono … alle cucine. A me piaceva. Mi dicevano cosa fare e io eseguivo alla perfezione: mi piaceva preparare bene la mensa per gli ufficiali e lavare i piatti. Il vapore della cucina era accogliente nei mesi invernali e mi ricordava la mia casa e mia madre … facevo talmente bene le mie mansioni che il primo giorno che preparai la mensa per gli ufficiali, uno di loro passò in rassegna il tavolo apparecchiato e a un certo punto urlò: “Chi ha preparato la mensa?” pensai di aver sbagliato sicuramente qualcosa e che mi avrebbero punito, ma mi feci avanti e dissi che ero stato io. L’ufficiale mi squadrò dall’alto al basso, poi esclamò: “Sia chiaro per tutti che questa tavola è perfetta! D’ora in poi voglio che sia sempre preparata così”. Beh! Fu una soddisfazione per me, lo fu meno per gli altri, avevo alzato l’asticella. Gli altri commilitoni mi guardavano con disprezzo, qualcuno mi disse pure: “Ecco cosa hai fatto! Ora ci tocca sgobbare sempre così” […] Anche quelli furono mesi difficili. Ricordo che dormivamo tutti insieme in una camerata. All’epoca non vi era il divieto di fumo nei luoghi pubblici e ancor di più nelle caserme, ma sarebbe bastato un po’ di buon senso per capire che non bisognava fumare in caserma. Tuttavia, la sera la camerata diventava una camera a gas. Vi erano molti che come me non fumavano e non gradivano la puzza del fumo prima di andare a dormire, molti si lamentavano, ma nessuno aveva davvero il coraggio di farli smettere. E così decisi di farlo io: una sera andai dal gruppetto di fumatori e chiesi loro di smettere di fumare: “Perché? se non lo facciamo che fai?” Non ne avevo la più pallida idea, tra l’altro quello che si era fatto avanti era ben più grosso di me. Decisi di lasciar perdere lo scontro diretto e di rivolgermi ai superiori. Quella sera stessa andai dal superiore in carica ed esposi il mio disagio e quello di tanti altri commilitoni. Il superiore sembrò disponibile nei miei confronti, ma disse: “Non è vietato fumare”, “Lo so – risposi – ma dovrebbe esserlo”. Mi chiese di accompagnarlo in camerata e lo portai. Quando entrai con il superiore ero convinto di aver fatto la cosa giusta, ma quello si rivolse ai compagni di camerata e disse: “A quanti altri di voi infastidisce il fumo di sigaretta?”, mi aspettavo che tutti cogliessero l’occasione per opporsi al gruppetto di fumatori, ma con mia sorpresa nessuno osò dire nulla. Dopo qualche minuto di silenzio, il superiore si rivolse a me e disse: “Come vedi, a quanto pare sei l’unico a cui da’ fastidio il fumo” e uscì. Il giorno dopo mi “isolarono” in una cabina in legno in mezzo al bosco ai margini della caserma. Ho trascorso il resto del servizio militare così: mi alzavo la mattina per andare a svolgere le mie mansioni in cucina e la sera mi ritiravo nella mia cabina nel bosco …»[3]

Morten Harket baker

Morten Harket e il fornaio Fredrik Andresen – articolo VG 01 giugno 2003

Tra le passioni di Morten Harket, la lettura occupa uno spazio importante: ama leggere qualsiasi genere, dal romanzo criminale alla saggistica, dalla filosofia alla Sacra Bibbia. Conduce uno stile di vita improntato alla cura della salute: non fuma, non beve alcolici, non usa droghe (il cantante è solito dichiarare che: «La vita è talmente inebriante di per sé che non c’è bisogno di “ubriacarsi” o inebetirsi di altro»). In seguito a un problema di metabolismo che gli procurava spossatezza e pesantezza, dal 2000 non mangia più farinacei raffinati e si fa preparare un pane a base di farina di farro integrale la cui ricetta ha elaborato personalmente, ma il cui “brevetto” è stato concesso prima alla sua ex-fidanzata Anne Mette Undlien che lo ha messo in produzione e, infine, ad un fornaio di Oslo (Baker Hansen – articolo VG, norvegese, 2003). In ogni caso, il cantante preferisce prepararlo da sé e chi lo ha provato sostiene che sia davvero buono: «Non c’è niente di più buono e sano al mondo che il pane appena sfornato con un filo di olio di oliva», chiosa il cantante che è un sostenitore della dieta mediterranea e di alcune specialità della cucina giapponese.[4]

Relativamente alla sfera sentimentale, Morten Harket si è sposato l’11 febbraio 1989 con la modella e attrice Camilla Malmquist con la quale ha avuto tre figli: Jakob Oscar Martinius Harket (14 maggio 1989), Jonathan Henning Adler Harket (30 dicembre 1990) e Anna Katharina (Tomine) Harket (14 aprile 1993). La coppia divorzia nel 1998.

Morten Harket è padre di altre due figlie avute da due diverse relazioni: Henny Harket (nata il 2 febbraio 2003) avuta con Anne Mette Undlien, una preparatrice atletica, e Karmen Poppy (nata il 16 settembre 2008) avuta da Inez Andersson (sua ex-collaboratrice). Contrario all’aborto e alla pena di morte sostiene di amare i bambini e che non gli sarebbe dispiaciuto averne di altri: «… e chissà che non ne abbia in giro sparsi per il mondo – sghignazza – certo ho 5 figli da tre donne diverse … sarebbe stato troppo impegnativo per una sola donna» (Intervista ZDF, Germania – 28 luglio 2010).

Gli album da solista di Morten Harket

  1. Poetenes Evangelium (9 novembre 1993 – norvegese, Kirkelig Kulturverksted);
  2. Wild Seed (4 settembre 1995 – Warner Bros);
  3. Vogts Villa (25 Novembre 1996 – norvegese, Norsk Plateproduksjon);
  4. Letter From Egypt (19 maggio 2008 – Polydor);
  5. Out of my hands (13 aprile 2012 – Universal Island/We love Music);
  6. Brother (11 aprile 2014 – Universal).

[1] Estratti dalla biografia autorizzata della band “The Swing of Things” di Jan Omdhal.

[2] Estratti dal documentario TV2 «Mannen bak myten – L’uomo oltre il mito» trasmesso il 14 aprile 2012.

[3] Estratti dalla biografia “My Take On Me” (2016)

[4] Estratti da vari articoli su magazine norvegesi quali KK (2015) e Mat&Helse (2008).

 

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