La ballata di Inga Litimor

La ballata di Inga Litimor appartiene alla serie delle ballate cavalleresche o di corte ed è probabilmente ispirata a un fatto storico vero ovvero all’incontro tra il nobile Sigurd Jorsalfar e una giovane contadina, una ragazza dalla voce melodiosa e ammaliante che cattura e affascina il nobiluomo con il suo canto melodioso mentre raccoglie il grano. Sigurd si innamora della ragazza e la porta via con sé e insieme avranno un figlio, Håkon Herdebrei (Håkon dalle Spalle Larghe) ovvero colui che diventerà re Håkon II di Norvegia (1147 – 1162), il più giovane re di Norvegia che regnò dal 1159 al 1162 e morì all’età di 15 anni. I suoi genitori erano appunto Sigurd Munn e Tora, una donna della servitù dalle prodigiose qualità canore. La storia di Håkon II si trova nel libro della Storia dei Re redatto da Snorri Sturlasson – Heimskringla.

La vicenda di Sigurd e Tora è molto probabilmente alla base di quella che sarà una delle ballate più popolari e rivisitate fino ai giorni nostri, le cui varianti sono innumerevoli e che per la prima volta vengono raccolte e razionalizzate nel 1852 da Langstad. Altrettanto varie sono le melodie che si sono susseguite nel tempo. Testi e spartiti più recenti di questa ballata sono raccolti nel libro delle ballate “Sang i Norge” oppure nella raccolta “1000 anni di ballate popolari norvegesi” di Lilleba Lund Kvandal.

 

La trama di Inga Litimor

Tutte le versioni concordano con la vicenda di Inga Litimor, una contadina che mentre lavora nei campi canta per diletto e passatempo. Il suo canto è potente e più melodioso di qualsiasi strumento. Un giorno, il re sente il suo canto e la invita a cantare per lui a corte. Lui le  offre grandi doni, ma lei si rifiuta di cantare per il re. Quando il re le promette di farla diventare la sua regina, finalmente lei accetta di cantare e quando a corte comincia a cantare, tutti per incantesimo si addormentano e restano svegli solo lei e il suo re. Infine, il re mantiene la sua promessa e sposa Inga Litimor.

Le varianti sono innumerevoli e quasi tutte provenienti dalla regione del Telemark. Nel 1864 Sophus Bugge – un noto filologo – ne scrisse una versione sulla base di quella riportata da Åsne Gunleiksdotter Spokkeli (1789 – 1868) di Fyresdal. Nella versione riferita nella raccolta “Norske Dansevisur” di Hulda Garborg, Inga Litimor è in realtà una figlia di re. Musicalmente, la prima melodia concorde risale al 1860 scritta da Lindeman sulla base di una variante melodica scritta da Ragnhild Knutsdotter Bakken (1804), originaria di Gransherad. Le melodie che si sono susseguite nel tempo, pur mantenendo la stessa linea melodica, sono state adattate a sonorità contemporanee.

Il testo che segue è l’ultima versione nota di cui si riportano solo le strofe che sono giunte fino a oggi in modo completo e di cui vi sono melodie certe applicate; come tutte le ballate si presenta in forma di strofa e ritornello che ricorre cadenzato ogni due versetti.

01)  Inga Litimor på handkvedn i kungsgarden mol,

og kveda dei små visone tå ljos og liv og sol.- Aldri nokon kunde kveda

som ho Litimor den unga og den vene.

01) Inga Litimor lavorava nei campi del re

E cantava lieta per i fiori, i gigli, la vita e il sole

–      Nessuno cantava meglio di lei

della giovane e avvenente Litimor

2) Og adle kungjens sveina vart kadla fy’ sin drott,

“Kven va da no som leika so ven ein harpeslått?”

– Aldri nokon kunde kveda

som ho Litimor den unga og den vene.

02) E il nobile giovane re fu ammaliato dalla sua abilità

«Chi canta come se suonasse un’arpa?»

–      Nessuno cantava meglio di lei

della giovane e avvenente Litimor

6) G: “Fy’ kungjen, vetla Inga i dag du kveda skal.

Til løn vil han deg klæda som jomfru i si hall.”

Aldri nokon kunde kveda

som ho Litimor den unga og den vene.

6) «Per sua Maestà, o piccola Inga oggi tu canterai

Per compenso, ti adornerà come la preferita della sua corte»

–      Nessuno cantava meglio di lei

della giovane e avvenente Litimor

7) Takk, stor er kungjens gåva og ærefull å få,

men sut og saknad ingjen seg mune kle i frå.

Aldri nokon kunde kveda

som ho Litimor den unga og den vene.

7) «Grazie, grande è il dono e l’onore che il re mi concede

Ma nessuno osa adornarsi di responsabilità e nostalgia»

–      Nessuno cantava meglio di lei

della giovane e avvenente Litimor

9) “Takk, stor er kungjens æra, song fuglen på sin kvist;

men betre vera elska, veit mannabadne visst.”

Aldri nokon kunde kveda

som ho Litimor den unga og den vene.

9) «Grazie, grande è l’onore del re, cantava l’usignolo sul suo ramo

Ma è meglio essere amati, lo sanno bene gli uomini»

–      Nessuno cantava meglio di lei

della giovane e avvenente Litimor

13) ”Når ungje kungjen vel meg tå kjærleik til sitt viv,

Fyr eg er konungsdotter, og han sit i min arv.”

Aldri nokon kunde kveda

som ho Litimor den unga og den vene.

13) «Quando il giovane re mi darà il suo amore e il suo regno

Poiché sono figlia di re, la sua e la mia eredità uniremo»

–      Nessuno cantava meglio di lei

della giovane e avvenente Litimor

17) Og dar vart vigsle veitsla, og songjen auka på.

og har kje nyst dei slutta, so vare da endå.

Aldri nokon kunde kveda

som ho Litimor den unga og den vene.

17) e da allora l’amore regnò e non aveva occhi che per lei

E non vi è fine al loro amore, che dura ancora oggi

–      Nessuno cantava meglio di lei

della giovane e avvenente Litimor

spartito della ballata di Inga Litimor

Il video che segue è una versione della ballata di un giovane gruppo norvegese i “Gåte” (Enigma) la cui caratteristica è unire sonorità rock contemporanee al folk tradizionale norvegese. La loro versione della ballata di Inga Litimor è tanto fedele quanto attuale. Il testo utilizzato è quello riportato sopra.

 

Motivi ricorrenti

La particolarità della ballata di Inga Litimor è che in essa ricorrono due dei principali motivi delle ballate di corte: la musica come strumento mistico e di fascinazione magica e la giovane povera donna che sale di rango e diventa regina.

La forza mistica e l’energia della musica e del canto sono nella cultura nordica delle potenze tali da riuscire a compiere prodigi ed è un tema ricorrente in ballate come “Horpa” e “Villemann og Magnhild – Il contadino e Magnhild” dove la musica, il suono di uno strumento e il canto hanno un ruolo determinante. Nella ballata di Inga Litimor a questo motivo – già di per sé forte e affascinante – anche quello della “cenerentola” sia che nasca di umili condizioni, sia che appartenga a una nobiltà decaduta in disgrazia. Tradizionalmente, nel mondo norvegese arcaico le donne di servizio, le contadine e le persone di umili origini non erano mai tenute in alto conto, poco considerate e anche poco “notate”, per cui è di per sé una sorprendente meraviglia anche nel contesto delle ballate cavalleresche nordiche come Inga Litimor riesca ad assurgere addirittura al rango di regina grazie al suo dono canoro.

La ballata di Inga Litimor per la danza

Una delle raccolte più recenti di ballate norvegesi è quella di Hulda Garborg del  1904. La ballerina Klara Semb, nel  1909, per festeggiare i 10 anni della casa editrice BUL di Oslo propose una versione “danzata” delle ballate norvegesi sui testi della Garborg e riportate fino all’ultima edizione risalente al 1985. Nel libro si riporta e si spiegano i passi su come ballare anche la ballata di Inga Litimor. La danza si esegue nel modo seguente:

  • Si inizia la danza con due passi laterali e 4 in avanti;
  • Disegnate una V e una H sui due versetti per arrivare con il piede giusto sul ritornello;
  • La coppia si prenda per la vita alla maniera delle Fær Øer e si prendano per mano con l’altra mano libera;
  • Eseguano un giro completo su se stessi, l’uomo retrocedendo (girando di spalle) e la donna avanzando)
  • Due saltelli sul posto come nella polka masurca cantando il ritornello «aldri nokon kunne kveda som ho – nessuno cantava meglio di lei»
  • L’uomo lascia la presa della mano sinistra;
  • La donna fa un giro su se stessa con le braccia alzate e due salti sul posto;
  • L’uomo di fronte alla donna balla sul posto entrando e uscendo dal cerchio immaginario creato dalla donna.

Tutto chiaro? Provate è molto divertente! Tutto ovviamente a tempo di musica.

Fonte: MUSIKKROM – Trad. © Annalisa Maurantonio

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